<font face="Times New Roman"><b>Marcello Veneziani</b></font>

a L'Aquila

per la presentazione del suo ultimo libro

"La sconfitta delle idee"

<font size="3">ed. Rizzoli</font>

Palazzetto dei Nobili

21 maggio 2003

 

 

 

Mercoledì 21 maggio 2003, presso il Palazzetto dei Nobili, a L’Aquila, Marcello Veneziani ha incontrato i lettori per discutere le tesi del suo ultimo lavoro: LA SCONFITTA DELLE IDEE, Edizioni Laterza.

Il giornalista e scrittore, che attualmente riveste la carica di Consigliere d’Amministrazione RAI, dopo una breve presentazione del libro, una delle prime in Italia, ha risposto alle domande e considerazioni che i numerosi accorsi gli hanno posto. Erano presenti studenti, padri di famiglia, professionisti tutti interessati e in qualche modo concordi nel credere che le idee si sono “assopite”. “Una idea è come un diamante coperto di fango; se ben lavato torna diamante”.

<font face="Times New Roman">Proprio per questo il suo libro non è pessimistico, ma è uno sprone a reagire a recuperare il senso della vita.</font>

<font face="Times New Roman">Nel libro non si parla, infatti, della morte delle idee, spiega Veneziani, ma della loro sconfitta, della loro “battuta d’arresto”. </font>

<font face="Times New Roman">Rispondendo alla domanda di uno dei partecipanti, Marcello Veneziani ha spiegato perché “le idee sono state sconfitte”. Per lo scrittore “Il dominio della tecnica e del mercato ha reso l’uomo attento ai mezzi per vivere e lontano dagli scopi della vita. Si è creato un divario tra cultura e tecnica...Siamo in grado di utilizzare sofisticati elementi, ma non ne comprendiamo la portata. Il mercato governa il mondo; è diventato la misura di ogni cosa, i valori sono diventati valori di mercato. Ciò ha impoverito le idee”.</font>

 

 

<font face="Times New Roman">La seconda causa che l’autore individua sta nel dominio delle ideologie, che hanno regnato nel ‘900. “Da una parte si sognavano le società perfette, dall’altra in nome delle società perfette si sacrificavano quelle reali, si sacrificavano gli uomini del presente in nome di quelli futuri. Da ciò è nata la tendenza a rifugiarsi nella realtà pratica, nelle emozioni, negli istinti, rifuggendo le idee intese non solo come teorie ma come chiave di interpretazione, come principi regolatori, che ci permettono di progettare la vita e non solo di vivere istintivamente e istantaneamente”. “Oggi –ha continuo Veneziani- non viviamo ma siamo vissuti, è una esistenza labile che non si fonda su un terreno”. Così è l’uomo che non conosce il suo passato e che quindi non può avanzare.</font>

 

Lo scrittore ha parlato di Cultura come capacità di coltivare e coltivarsi, avere coscienza e non solo vivere di emozioni, ma organizzandosi intorno a principi che sono idee.

Per Nuova Acropoli la Cultura ha la grande capacità di trasformare l’essere umano quando essa stessa diviene elemento vivo, offrendo maggiori conoscenze e alternative per decidere di fronte alle esigenze della nostra vita, e non scegliere in base ad emozioni passeggere.

Veneziani è un protagonista del nostro tempo ed è per questo che Nuova Acropoli lo ha invitato: per esaminare, senza schemi politici, quello che lui definisce il “paesaggio del mondo”. Bisogna rendersi conto della situazione in cui si vive e da questa rialzare la testa anche attraverso l’arte, la filosofia, per costruire un futuro migliore. I ragazzi spesso vorrebbero reagire ma non sanno come fare. Nuova Acropoli offre una possibilità di essere protagonisti della propria vita, organizzando corsi di formazione al volontariato, dove essi possono sentirsi utili là dove ce ne sia bisogno.