Adotta una Pigotta

 

Per il sesto anno consecutivo, anche nel 2006 Nuova Acropoli ha aderito al progetto promosso dall’Unicef:

 “Realizza una Pigotta salverai un bambino”.

Esso consiste nella vendita, in vista delle festività natalizie, di bambole di pezza (Pigotte in dialetto lombardo) realizzate completamente a mano da Scuole, Famiglie, Istituti, Associazioni, per la raccolta di fondi a favore della campagna mondiale di vaccinazioni.

Ecco il racconto di una giovane volontaria della sede centrale di Roma:

Domenica 19 e domenica 26 novembre  mi sono incontrata con altri volontari per completare il “confezionamento” delle bambole di cui era stato già preparato il corpo e dipinto il viso, dalle mani abilissime di una volonataria.

Per me è stata la prima esperienza, infatti, ero abbastanza titubante soprattutto quando ho visto le altre all’opera che, in maniera rapidissima, tiravano fuori da pezzi di stoffa e lana graziosissimi vestitini e accessori. Ho iniziato a cercare la stoffa che più mi ispirasse e devo dire che in questo sono stata rapidissima, anche se poi non avevo la più pallida idea di come realizzare il vestito e dopo essere riuscita ad infilare il filo nell’ago… non sapevo proprio più come andare avanti!

La sala era piena perché l’invito era rivolto anche a coloro che durante la settimana seguono i corsi le quali hanno risposto prontamente.

Io giravo e rigiravo la mia bambola mentre tutte chiacchierando allegramente procedevano nel lavoro. Ad un certo punto mi sono resa conto che non ero entrata nel merito dell’attività, cioè non ne avevo capito il significato ultimo e cioè collaborare insieme per creare qualcosa di utile per noi e per gli altri, realizzare cioè un gesto di generosità. Così come succede sempre a Nuova Acropoli mi sono rivolta a chi ha più esperienza di me, e subito mi hanno dato dei consigli “tecnici”, ma soprattutto mi hanno fatto capire che con la buona volontà e con la convinzione in quello che si fa si riesce in tutto.

E così anche la mia bambola aveva un vestito, ma soprattutto aveva in sé il significato di quello che tutte noi stavamo facendo: aiutare chi è meno fortunato.

Stranamente c’erano anche dei maschietti che però subito si sono adoperati in altro per sfuggire ad ago e filo… infatti, hanno preparato la merenda per la pausa e ci hanno immortalato con riprese e foto come in un atelier di alta moda.

Dopo la pausa abbiamo ripreso il lavoro e, in un clima ormai familiare anche per chi non si conosceva, venivano realizzate bambole una più bella dell’altra, ispirate a personaggi e paesi.

Il pomeriggio si è concluso in maniera molto soddisfacente visto che tutte le bambole avevano già un vestito e restava solo da rifinire gli ultimi particolari. Ci siamo così salutate in attesa dell’incontro successivo al quale sono arrivata con un forte desiderio di completare il mio lavoro che mi stava dando già tanta soddisfazione.

Nel secondo incontro, oltre a terminare le acconciature delle bambole, sono state compilate, da Libera e Silvia, le cartoline con la carta d’identità di ogni bambola. Questa giornata è stata molto divertente, in quanto tutti hanno contribuito con la loro fantasia ad attribuire nomi e segni particolari alle Pigotte e ne sono venute fuori di tutti i colori… un contributo notevole a questa fase è stato dato da una bimba, che con la sua spontaneità e vivacità ha reso il clima ancora più piacevole.

Dopo la pausa abbiamo terminato gli ultimi dettagli e raccolto le Pigotte, compresa la mia che finalmente era pronta, per consegnarle all’Unicef che provvederà alla distribuzione a chi, prendendosi cura di una Pigotta, si prenderà cura di un bambino permettendogli così di crescere in salute.

Questa attività è stata per me un momento di crescita perché mi ha permesso di comprendere in maniera diretta lo spirito delle attività che svolgiamo a Nuova Acropoli. Mi ha reso ancora più felice e soddisfatta l’idea di fare un gesto concreto, che è stato semplicemente donare qualche ora del mio tempo, rivolto a bambini bisognosi che indirettamente mi hanno regalato una cosa molto più importante e cioè, comprendere cosa sia un gesto di generosità e come sia facile realizzarlo.